Paola Tricomi, 32 anni, siciliana, è stata nominata Cavaliere dell’Ordine al merito della Repubblica italiana “per la sua determinazione nel voler abbattere gli impedimenti e gli ostacoli in modo che sia garantito il diritto allo studio delle persone disabili. Fin dall’inizio del suo percorso universitario, confrontandosi con i responsabili delle università, si è impegnata per poter garantire alle persone con disabilità il diritto allo studio.”
È una delle 30 persone che il 20 marzo scorso, in una cerimonia al Quirinale, hanno ricevuto dalle mani del Presidente Sergio Mattarella l’onorificenza al merito per il loro impegno civile.
Paola, raccontaci come è stato l’incontro con il Presidente Mattarella.
È stato molto emozionante: non solo far visita al Palazzo del Quirinale, ma soprattutto conoscere il Presidente che appare come una persona molto affabile e appassionata del suo ruolo civile e stimolante per ciascuno di noi a fare il proprio meglio.
Che cosa significa per te ricevere questa onorificenza?
Mi è capitato già di dire altre volte che per me ricevere questa onorificenza diventa lo stimolo per continuare la battaglia. Mi permette di avere maggiore visibilità per continuare a impegnarmi sulle pari opportunità, non solo per quanto concerne il diritto allo studio ma anche per gli altri diritti delle persone con disabilità, tutti riguardanti la vita, la realizzazione di una vita piena.
La tua esperienza personale è diventata impegno civile. In che modo è avvenuto questo passaggio dall’io al noi?
Io non so quale sia stato il momento esatto in cui la mia battaglia personale è diventata battaglia collettiva. Posso dire che ho sempre colto le difficoltà come un’opportunità di miglioramento personale e collettivo, e quindi ogni volta che ho dovuto affrontare una battaglia il mio stile di vita è stato quello di non pensare solo a risolvere il mio problema personale, ma istituzionalizzare in qualche modo le conquiste che sono state raggiunte anche per altre persone.
Quali sono le prossime sfide da affrontare? Su cosa dobbiamo lavorare?
Dobbiamo considerare le persone con disabilità semplicemente come persone, quindi assicurare a tutti il diritto a diventare adulti. Tra le sfide, quella più grande è avere una legge nazionale unica a tutela dell’autonomia e dell’autodeterminazione delle persone con disabilità, per fare in modo che vengano imposti degli obblighi a tutti i comuni per l’erogazione di sostegni economici che favoriscano l’attivazione di percorsi di Vita indipendente. Questo è il mio prossimo obiettivo e la sfida più grande a cui dobbiamo ambire, superando le discrezionalità e le disparità regionali.