Il progetto ha ottenuto il primo posto nella graduatoria dei 101 progetti presentati al Ministero del lavoro e delle politiche sociali con la seconda edizione del “bando unico” previsto dalla riforma del Terzo settore, emesso a novembre 2018 (Avviso n. 1/2018 per il finanziamento di iniziative e progetti di rilevanza nazionale ai sensi dell’articolo 72 del decreto legislativo 3 luglio 2017, n. 117 e s.m.i.- anno 2018). Il progetto si svolgerà in 16 regioni e nella provincia autonoma di Bolzano.
IL CONTESTO
Si stima che nel nostro Paese ci sono circa 4 milioni e 360 mila persone con una disabilità. Circa 2 milioni 155 mila sono in condizioni di particolare gravità (Istat).
Il MIUR rileva che nell’a.s. 2016/17 gli alunni con disabilità sono circa 255 mila: 28 mila nella scuola dell’infanzia (1,9% degli iscritti), 90 mila nella scuola primaria (3%), 69 mila nella scuola secondaria di I grado (4% del totale) e circa 65 mila nella scuola secondaria di II grado (2,5%).
Per un bambino con disabilità giocare non è scontato perché i giochi possono non essere adatti alle sue abilità e perché non è facile l’interazione con i coetanei; ma il gioco con alcune attenzioni può essere utilizzato come attività inclusiva e diventare un’opportunità per avviare il processo di crescita relazionale e quindi di formazione di individuo sociale.
In Italia non esiste una normativa sulle attrezzature ludiche negli spazi pubblici. Esistono pochi giochi accessibili nei parchi delle città italiane. In particolare i bimbi con disabilità motorie non possono neppure accedere a queste zone a causa delle barriere architettoniche. Negli oltre 8.000 comuni italiani ci sono solo poco più di 430 tra parchi inclusivi e/o parchi che hanno al proprio interno almeno una giostra accessibile. Le poche iniziative volte a rendere i parchi giochi inclusivi sono intraprese dalle amministrazioni pubbliche o da privati sensibili al problema.